Israele e la fornitura di energia elettrica ai palestinesi
Premessa: tratto da qui
L'elettricità nei
territori controllati dall'Autorità Nazionale Palestinese è interamente
fornita da Israele e lo è anche in parte quella di Gaza.
Durante tutti i conflitti di questi anni Israele non ha mai chiuso la
fornitura all'Anp. La quale ha però un piccolo difetto: non paga il conto, o
lo fa solo in parte
http://www.jpost.com/Enviro-Tech/IEC-may-cut-W-Bank-power-over-Palestinian-debt
Si è accumulato in questa maniera un debito di alcune centinaia di milioni
di dollari. Il debito dell'Anp deriva a sua volta dal fatto che i suoi
consumatori, i mitici palestinesi, in buona parte non pagano la fornitura
che ricevono a casa, si allacciano clandestinamente alla rete o fanno dei
collegamenti illegali per tagliar fuori il contatore.
Le minacce di pene più gravi per questa forma di furto non l'hanno
scoraggiata e da tempo c'è la possibilità che Israele si decida a staccare
la spina
http://www.timesofisrael.com/israel-threatens-to-leave-the-palestinians-in-the-dark/
anche perché la sua azienda elettrica non è affatto prospera
http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4406609,00.html
ualcuno ricorderà
che quando due anni fa l'Anp ottenne il posto di stato osservatore
dall'assemblea generale dell'Onu, Israele iniziò a pignorare le entrate
doganali che raccoglie per l'Anp usandole per iniziare a ripagare il debito.
Ma poi fu convinto a rinunciare.
Ora l'Anp ha proposto un piano di rientro, che mi sembra piuttosto
significativo: dei 300 milioni di dollari che deve all'azienda elettrica
israeliana, vuole che la metà sia cancellata e l'altra metà possa essere
pagata in 10 anni
http://matzav.com/palestinians-ask-israel-to-forgive-half-of-debt-owed-to-israel-electric-corp?
Provate a fare voi una proposta del genere all'Enel per la vostra fornitura elettrica e vedrete quanto a lungo il vostro bel lampadario di cristallo darà ancora luce.
La questione è significativa anche perché "il crudele assedio israeliano" è accusato di questi tempi di non far passare il gasolio necessario a far funzionare la centrale elettrica di Gaza http://www.infopal.it/acque-reflue-straripano-dalle-strade-di-gaza/
In realtà le cose
non stanno affatto così. Israele continua a fornire elettricità a Gaza,
anche se sa benissimo che essa è usata anche per far funzionare le fabbriche
di missili che sono poi sparati contro la sua popolazione civile.
Quel che è successo è che l'Egitto ha interrotto il contrabbando di gasolio
attraverso i tunnel, che veniva per lo più dal Qatar a prezzo politico e ora
l'Anp richiede all'amministrazione di Hamas il prezzo commerciale per il
gasolio da far passare attraverso il confine israeliano e Hamas non vuole
pagare
http://www.infopal.it/centrale-elettrica-ferma-striscia-di-gaza-senza-elettricita/
: notate la fonte, che come per il link precedente è vicina ad Hamas).
Insomma, nessuno vuole pagare per l'elettricità, né l'Anp né Hamas; tutti
pretendono di ricevere tutto gratis, magari anche dai nemici che cercano di
uccidere.
E' accaduto più di una volta che i camion che portano rifornimenti a Gaza da
Israele finissero sotto il fuoco dei terroristi.
E naturalmente questa pretesa c'entra con l'assistenzialismo di un'agenzia
di aiuti (l'Unrwa) che si propone non di emancipare i "rifugiati", cioè in
sostanza tutti quelli che pretendono di essere palestinesi - compreso il
loro dittatore Muhammed Abbas, che ha in tasca un passaporto giordano ma
dice di essere un "profugo" da Safed - di fornire loro i mezzi
dell'integrazione economica e culturale nei paesi in cui loro (o quasi
sempre le loro famiglie) sono emigrati quasi settant'anni fa, ma cerca al
contrario di conservarne l'isolamento e la dipendenza come possibile ricatto
a Israele. Ma si tratta di un atteggiamento anche più generale, che investe
le trattative di pace, anche in contrasto con i frequenti assist che gli
americani fanno alla parte palestinese.
L'Anp rifiuta di pagare qualunque prezzo, anche di rinunciare a cose che non
ha e non controlla, cui non ha alcun vero diritto legale, come la valle del
Giordano. Scambia sistematicamente i suoi desideri, per esempio su tutto
Israele (che chiama senza alcun fondamento "Palestina storica") per diritti
ed è così insistente in questo atteggiamento infantile (quel che è mio è
mio, quel che è tuo è pure esso mio), da farsi prendere purtroppo sul serio
da molti.
Non pensa di dover fare uno scambio per avere un suo stato, di dover dare
qualche cosa in cambio; ma al massimo cede qualcosa che non ha (il
territorio al di là della linea verde).
Un po' come quel conto dell'elettricità che promette di pagare in dieci
anni, naturalmente al prezzo di uno sconto del 50%. Credete che se questo
sconto fosse fatto poi l'Anp pagherebbe? Io ne dubito, anzi sono sicuro di
no.
Perché "la
cultura del piagnisteo" (per rubare il titolo di un bel libro di Robert
Hughes) è costitutiva della politica palestinista e ha il potere magico di
annullare tutti i debiti, tutti i trattati, anche la comune umanità che
impone di rispettare in guerra i civili, i vecchi, i bambini.
Fin che la politica europea e americana e i media continueranno a prendere
per buono il piagnisteo, l'Anp non pagherà le bollette.
E tanto meno farà la pace o terrà fede ai suoi impegni.
Le verità sul medio oriente
oltre la propaganda antisemita
http://veromedioriente.altervista.org