Miti e fatti: La guerra del 1948
di Mitchell G. Bard
Miti
da confutare
06.a.
"Gli Ebrei hanno cominciato la prima guerra contro gli
Arabi"
06.b. "Il Piano Bernadotte Plan fu un'alternativa praticabile alla spartizione"
06.c. "Gli Stati Uniti sono stati l'unica nazione ad aver criticato l'attacco arabo ad Israele"
06.d. "E' stato il sostegno occidentale ad Israele a permettere agli Ebrei di conquistare la Palestina"
06.e. "Il boicottaggio economico arabo ad Israele e' stato imposto dopo la guerra del 1948"
[I
miti in dettaglio]
06.a.
MITO
"Gli
Ebrei hanno cominciato la prima guerra contro gli Arabi"
06.a.
FATTI
La
violenza in Terrasanta esplose appena dopo l'annuncio della
spartizione decisa
dall'ONU il 29 Novembre 1947. Jamal Husseini, il portavoce
dell'Alto Comitato
Arabo, aveva gia' detto all'ONU prima del voto sulla spartizione che
gli Arabi avrebbero inondato "il sangue del nostro amato paese
con l'ultima
goccia del nostro sangue" [1].
La
profezia di Husseini comincio' ad avverarsi dopo l'annuncio dell'ONU.
Gli Arabi
proclamarono uno sciopero di protesta ed sobillarono disordini
che provocarono
la morte di 62 Ebrei e 32 Arabi. Alla fine della seconda settimana,
93 Arabi, 84 Ebrei e 7 Inglesi erano stati uccisi, ed i feriti erano
decine e decine. Tra il 30 Novembre ed il 1 Febbraio 1.427 Arabi,
381 Ebrei
e 46 Britannici vennero uccisi, e 1.035 Arabi, 725 Ebrei e
135 Britannici
furono feriti. Solo in Marzo, 271 Ebrei e 257 Arabi morirono
in attacchi
arabi e contrattacchi ebraici. [2]
Il
presidente dell'Alto Comitato Arabo disse che gli Arabi
avrebbero "lottato
per ogni pollice del loro paese". [3] Due giorni dopo,
i sant'uomini
dell'Universita' Al-Azhar del Cairo si rivolsero al mondo mussulmano
per proclamare una jihad (guerra santa) contro gli Ebrei. [4]
I
primi attacchi su vasta scala cominciarono il 9 Gennaio 1948, quando
circa mille
arabi attaccarono le comunita' ebraiche della
Palestina settentrionale.
In Febbraio, i Britannici dissero che si erano infiltrati cosi'
tanti arabi che non avevano le truppe necessarie per respingerli.
[5] Di
fatto, i Britannici cedettero basi ed armi agli irregolari arabi ed
alla Legione
Araba.
Nella
prima fase della guerra, che duro' dal 29 Novembre 1947 al 1
Aprile 1948,
gli Arabi palestinesi furono all'offensiva, con l'aiuto di
volontari dei
paesi vicini. Gli Ebrei subirono gravi perdite ed il passaggio su
gran parte
delle strade principali era impedito.
Il
26 Aprile 1948, il Re di Transgiordania Abdullah disse:
"Tutti
i nostri sforzi per trovare una soluzione pacifica al problema
della Palestina
sono falliti. L'unica via che ci rimane e' la guerra. Avro'
il piacere
e l'onore di salvare la Palestina". [6]
Il
4 Maggio 1948, la Legione Araba attacco' Kfar Etzion. I difensori
li respinsero,
ma la Legione torno' la settimana dopo. Due giorni dopo,
gli insedianti,
male armati ed inferiori di numero, furono sopraffatti.
Molti difensori
furono massacrati dopo che si erano arresi. [7] E questo
prima dell'invasione
degli eserciti arabi regolari che segui' la
Dichiarazione d'Indipendenza
d'Israele.
Le
Nazioni Unite diedero agli Arabi la colpa della violenza. La
Commissione ONU
per la Palestina non ebbe mai il permesso, ne' dagli Arabi ne'
dai Britannici
di recarsi in Palestina per attuare la risoluzione. Il 16 Febbraio
1948 la Commissione riferi' al Consiglio di Sicurezza:
<<Possenti
interessi arabi, sia dentro la Palestina che fuori, stanno sfidando
la risoluzione dell'Assemblea Generale e sono impegnati in uno sforzo
deliberato per alterare con la forza la soluzione li'
prefigurata.>> [8]
Gli
Arabi furono molto diretti nel prendersi la responsabilita'
dell'inizio della
guerra. Jamal Husseini disse al Consiglio di Sicurezza il 16
Aprile 1948:
<<I
rappresentanti dell'Agenzia Ebraica ci hanno detto ieri che non
erano loro
gli attaccanti, e che gli Arabi avevano iniziato i combattimenti.
Non lo
neghiamo. Avevamo detto al mondo intero che eravamo pronti
a combattere>>.
[9]
Il
comandante britannico della Legione Araba di Giordania, John Bagot
Glubb, ammise:
<<Ai
primi di Gennaio, i primi distaccamenti dell'Esercito di
Liberazione Arabo
cominciarono ad infiltrarsi in Palestina dalla Siria. Alcuni
vennero attraverso
la Giordania ed anche attraverso Amman ... Ma in realta' loro diedero
il primo impulso alla rovina degli Arabi di Palestina>>.
[10]
Ad
onta dello svantaggio in effettivi, organizzazione ed armi, gli
Ebrei cominciarono
a prendere l'iniziativa nelle settimane dal 1 Aprile fino
alla Dichiarazione
d'Indipendenza il 14 Maggio. L'Hagana catturo' diverse grandi citta'
tra cui Tiberiade ed Haifa, ed apri' temporaneamente la strada
per Gerusalemme.
La
risoluzione di spartizione non e' mai stata sospesa od abrogata.
Percio' Israele,
lo Stato Ebraico in Palestina, nacque il 14 Maggio, quando
i Britannici
lasciarono alla fine il paese. Cinque eserciti arabi (Egitto, Siria,
Transgiordania, Libano ed Iraq) invasero immediatamente Israele.
Le loro
intenzioni furono dichiarate da Azzam Pasha, Segretario Generale
della Lega
Araba: <<Questa sara' una guerra di sterminio ed un colossale
massacro di
cui si parlera' come dei massacri dei Mongoli e delle Crociate>>.
[11]
06.b.
MITO
"Il
Piano Bernadotte Plan fu un'alternativa praticabile alla
spartizione"
06.b.
FATTI
Nell'estate
del 1948, il Conte Folke Bernardotte fu inviato dalle Nazioni Unite
in Palestina per mediare una tregua e tentare di negoziare
un compromesso.
Il piano di Bernardotte chiedeva allo Stato ebraico di consegnare
il Negev e Gerusalemme alla Transgiordania in cambio della Galilea
occidentale. Questo piano era simile ai confini che erano
stati proposti
prima del voto sulla spartizione, e che tutte le parti
avevano rifiutato.
Ora la proposta veniva offerta dopo che gli Arabi erano andati
in guerra
per impedire la spartizione ed era stato dichiarato uno
stato ebraico.
Sia gli Ebrei che gli Arabi rifiutarono il piano.
Ironicamente,
Bernardotte trovo' tra gli Arabi poco entusiasmo per l'indipendenza.
Egli scrisse nel suo diario:
"Gli
Arabi palestinesi al momento non hanno una volonta' loro. Ne' hanno
mai sviluppato
un nazionalismo palestinese specifico. La domanda di uno stato arabo
separato in Palestina e' pertanto relativamente debole.
Semberebbe proprio
che nelle circostanze attuali gran parte degli Arabi
palestinesi sarebbe
alquanto contenta di essere incorporata nella Transgiordania"
[12]
Il
fallimento del piano Bernardotte giunse quando gli Ebrei cominciarono
ad avere
maggior successo nel respingere le forze arabe d'invasione
e nell'espansione
del loro controllo sui territori esterni ai confini
della spartizione.
06.c.
MITO
"Gli
Stati Uniti sono stati l'unica nazione ad aver criticato
l'attacco arabo
ad Israele"
06.c.
FATTI
Gli
Stati Uniti, l'Unione Sovietica e la maggioranza degli altri
stati riconobbero
Israele subito dopo ch'esso ebbe dichiarato la sua indipendenza il
14 Maggio 1948, ed accusarono gli Arabi di essere gli aggressori.
Gli Stati
Uniti proposero una risoluzione che accusasse gli Arabi di
aver violato
la pace.
Il
delegato sovietico Andrei Gromyko disse al Consiglio di Sicurezza il
29 Maggio
1948:
"Questa
non e' la prima volta che gli Stati arabi, che hanno
organizzato l'invasione
della Palestina, hanno ignorato una decisione del Consiglio
di Sicurezza
o dell'Assemblea Generale. La delegazione dell'URSS
ritiene essenziale
che il consiglio affermi la sua opinione con maggior chiarezza
e fermezza
a proposito di quest'atteggiamento degli stati arabi verso
le decisioni
del Consiglio di Sicurezza". [13]
La
fase iniziale del conflitto termino' dopo che il Consiglio di
Sicurezza ebbe
minacciato il 15 Luglio di citare i governi arabi per aggressione
ai sensi
dello Statuto. Allora l'Hagana era stata ribattezzata Tzeva
Ha-Hagana LeYisrael
(o Tzaha"l - Forze di Difesa Israeliane) ed era riuscita
a bloccare
l'offensiva araba.
06.d.
MITO
"E'
stato il sostegno occidentale ad Israele a permettere agli Ebrei
di conquistare
la Palestina"
06.d.
FATTI
Gli
Ebrei hanno vinto la loro guerra d'indipendenza con scarso aiuto
da Occidente.
Anzi, essi hanno vinto ad onta degli sforzi di sminuire la loro forza
militare.
Sebbene
gli Stati Uniti avessero sostenuto vigorosamente la risoluzione
di spartizione,
il Dipartimento di Stato non volle dare agli Ebrei i mezzi
per difendersi.
"Altrimenti", disse il Sottosegretario di Stato Robert
Lovett, "gli
Arabi potrebbero usare armi di origine americana contro gli Ebrei,
o gli
Ebrei potrebbero usarle contro gli Arabi". [14] Pertanto, il 5
Dicembre 1947,
gli USA imposero alla regione l'embargo sulle armi.
Molti
nel Dipartimento di Stato videro nell'embargo un altro mezzo
per ostacolare
la spartizione. Il Presidente Truman comunque lo appoggio' sperando
che esso fosse un mezzo per evitare spargimenti di sangue. Questa era
una grave ingenuita', dato il no britannico alla richiesta di Lovett
di sospendere
l'invio di armi agli Arabi ed i successivi accordi per fornire armi
supplementari all'Iraq ed alla Transgiordania. [15]
Gli
Arabi non ebbero difficolta' ad ottenere tutte le armi di cui
avevano bisogno.
Infatti la Legione Araba della Giordania era armata ed addestrata dai
Britannici, e comandata da un ufficiale britannico. Alla fine del
1948 ed
all'inizio del 1949, aerei britannici della RAF volarono insieme
con degli
squadroni egiziani lungo il confine israelo-egiziano. Il 7
Gennaio 1949
degli aerei israeliani abbatterono quattro degli aerei britannici.
[16]
Invece
gli Ebrei dovettero ricorrere al contrabbando delle
armi, specialmente
dalla Cecoslovacchia. Quando Israele dichiaro' la sua indipendenza
nel Maggio 1948, l'esercito non aveva un solo cannone o carro armato.
La sua aviazione era composta di nove aerei obsoleti.
Sebbene l'Hagana
avesse 60.000 combattenti addestrati, solo 18.900 furono mobilitati,
armati e preparati al combattimento. [17] Alla vigilia della guerra,
il capo delle operazioni Yigael Yadin disse a David Ben-Gurion:
"Il meglio
che ti posso dire e' che le nostre possibilita' sono solo al
50%". [18]
La
guerra araba per distruggere Israele falli'. A dire il vero, proprio
a causa
della loro aggressione, gli Arabi si trovarono con meno territorio
di quello
che avrebbero avuto se avessero accettato la spartizione.
Ma
il costo per Israele fu enorme. "Molti dei suoi campi piu'
produttivi erano
stati devastati e minati. I suoi agrumeti, per decenni la
base dell'economia
dello Yishuv [la comunita' ebraica], erano stati in gran
parte distrutti".
[19] Le spese militari totali erano state di circa 500 milioni di
dollari. Peggio ancora, 6.373 Israeliani erano stati uccisi, circa
l'1% di
una popolazione ebraica di 650.000.
Se
l'Occidente avesse fatto rispettare la risoluzione di spartizione o
dato agli
Ebrei la capacita' di difendersi, molte vite avrebbero potuto
essere salvate.
I
paesi arabi firmarono gli accordi d'armistizio con Israele nel
1949, iniziando
con l'Egitto (24 Febbraio), proseguendo con il Libano (23 Marzo), la
Giordania (3 Aprile) e la Siria (20 Luglio). L'Iraq fu l'unico paese
che non
firmo' un accordo con Israele, decidendo invece di ritirare le
sue truppe
e di consegnare il suo settore alla Legione Araba della
Giordania.
06.e.
MITO
"Il
boicottaggio economico arabo ad Israele e' stato imposto dopo la
guerra del
1948"
06.e.
FATTI
Il
boicottaggio arabo fu formalmente dichiarato dal Consiglio della
neonata Lega
Araba il 2 Dicembre 1945: "I prodotti ed i manufatti ebraici
saranno ritenuti
indesiderabili nei paesi arabi". A tutte " le istituzioni,
le organizzazioni,
i mercanti, i commissionari e gli individui" fu rivolto
un appello
a "rifiutarsi di commerciare in, distribuire o consumare
prodotti o manufatti
sionisti". [20] Come appare da questa dichiarazione, i
termini "Ebreo"
e "Sionista" sono stati usati dagli Arabi come sinonimi.
Percio', ancor
prima della fondazione d'Israele, gli stati arabi hanno dichiarato
un boicottaggio
economico contro gli Ebrei di Palestina.
Il
boicottaggio, cosi' come si e' evoluto dopo il 1948, e' diviso in
tre componenti.
La prima vieta commerci diretti tra Israele e le nazioni arabe. La
seconda e' diretta alle societa' che fanno affari con Israele. La
terza e'
la lista nera delle compagnie che commerciano con altre che fanno
affari con
Israele.
Una
volta in lista, e' spesso difficile uscirne, dacche' la compagnia od
un qualche
garante arabo debbono iniziare la richiesta. Una ditta puo'
ricevere la
richiesta di dar prova di non far piu' affari con Israele oppure (od
in aggiunta)
di fare investimenti in paesi arabi uguali a quelli fatti prima
in Israele.
Un altro modo di uscire dalla lista nera e' ... la mazzetta!
[21]
L'obiettivo
del boicottaggio e' stato quello di isolare Israele dai suoi vicini
e dalla comunita' internazionale, e negargli del commercio
che avrebbe
potuto essere usato per accrescere la sua forza militare
ed economica.
Se ha senza dubbio isolato Israele ed ha separato lo Stato ebraico
dai suoi mercati piu' naturali, il boicottaggio non e' riuscito
a nuocere
all'economia israeliana nella misura richiesta.
Nel
1977 il Congresso ha proibito alle aziende americane di ottemperare
al boicottaggio.
Quando il Presidente Carter promulgo' la legge, egli disse che il
"problema va al cuore del libero commercio tra le nazioni"
e che la legge aveva
lo scopo di "terminare le divisioni all'interno della
societa' americana
causate dal boicottaggio straniero verso i membri ebraici
della nostra
societa'". [22]
La
Lega Araba minaccio' di prendere posizione contro la nuova legge, che
fu ritenuta
parte di "una campagna di leggi e proposte di leggi isteriche
... che
Israele ed il Sionismo mondiale stanno cercando di far rispettare
non solo
dagli USA, ma anche da alcuni paesi dell'Europa
occidentale".
Contrariamente
all'affermazione che la legge avrebbe portato ad una
drastica riduzione
nel commercio americano col mondo arabo, le importazioni e
le esportazioni
sono cresciute notevolmente. Sono migliorate anche le piu' ampie
relazioni diplomatiche e culturali. Eppure, alcune aziende
americane sono
state messe sulla lista nera per i loro rapporti con Israele.
Inoltre, alcune
altre nazioni hanno adottato leggi contro il boicottaggio, ma
invece hanno
aderito ad esso.
La
capacita' d'Israele di raggiungere il suo pieno potenziale economico
e' stata
ostacolata per decenni dall'azione della Gran Bretagna, del Giappone
e di
altri paesi che hanno collaborato col boicottaggio.
Il
30 Settembre 1994 i sei stati del Consiglio di Cooperazione del
Golfo annunciarono
che essi non avrebbero piu' sostenuto la seconda componente
del boicottaggio,
che vieta il commercio con aziende che fanno affari con Israele.
In un incontro a Taba, in Egitto, il 7 e l'8 Febbraio 1995,
i responsabili
del commercio di Egitto, Stati Uniti, Giordania e Palestina firmarono
un documento congiunto - la Dichiarazione di Taba - che
appoggiava "tutti
gli sforzi per terminare il boicottaggio di Israele".
Dopo
la firma degli accordi di pace tra Israele e l'OLP e la Giordania,
il boicottaggio
si e' gradualmente sbriciolato. La Lega Araba fu costretta
ad annullare
diversi incontri sul boicottaggio convocati dai padroni di
casa siriani
a causa dell'opposizione di paesi come il Kuwait, il Marocco e
la Tunisia.
Il boicottaggio primario - che vieta rapporti diretti tra i
paesi arabi
ed Israele - si e' lentamente incrinato dato che nazioni come
il Qatar,
l'Oman ed il Marocco hanno iniziato a trattare con Israele.
Inoltre, pochi
paesi al di fuori del Medio Oriente continuano ad obbedire
al boicottaggio.
Per esempio, il Giappone ha accresciuto il suo commercio con Israele
in modo esponenziale da quando e' iniziato il processo di pace
con Israele.
Pero' il boicottaggio rimane tuttora tecnicamente in vigore e diversi
paesi, specialmente l'Arabia Saudita, continuano ad
applicarlo.
Note:
[1]
J.C. Hurewitz, The Struggle For Palestine, (NY: Shocken Books,
1976),
p. 308.
[2] Facts on File Yearbook, (NY: Facts on File,
Inc., 1948), p. 231.
[3] New York Times, (December 1, 1947).
[4]
Facts on File 1948, p. 48.
[5] Facts on File 1947, p. 231.
[6]
Howard Sachar, A History of Israel: From the Rise of Zionism to
Our
Time, (NY: Alfred A. Knopf, 1979), p. 322.
[7] Netanel
Lorch, One Long War, (Jerusalem: Keter Books, 1976), p. 47;
Ralph
Patai, ed., Encyclopedia of Zionism and Israel, (NY: McGraw
Hill,
1971), pp. 307-308.
[8] Security Council Official
Records, Special Supplement, (1948), p. 20.
[9] Security Council
Official Records, S/Agenda/58, (April 16, 1948), p.
19.
[10]
John Bagot Glubb, A Soldier with the Arabs, (London: Staughton
and
Hodder, 1957), p. 79.
[11] Isi Leibler, The Case For
Israel, (Australia: The Globe Press, 1972),
p. 15.
[12] Folke
Bernadotte, To Jerusalem, (London: Hodder and Stoughton, 1951),
p.
113.
[13] Security Council Official Records, SA/Agenda/77, (May
29, 1948), p. 2.
[14] Foreign Relations of the United States 1947,
(DC: GPO, 1948), p. 1249.
[d'ora in avanti FRUS].
[15] Mitchell
Bard, The Water's Edge And Beyond, (NJ: Transaction Books,
1991),
pp. 171175;
FRUS, pp. 53739;
Robert Silverberg, If I
Forget Thee O Jerusalem: American Jews and the
State of Israel,
(NY: William Morrow and
Co., Inc., 1970), pp. 366, 370;
Shlomo
Slonim, "The 1948 American Embargo on Arms to
Palestine,"
Political Science Quarterly, (Fall 1979), p.
500.
[16] Sachar, p. 345.
[17] Larry Collins and Dominique
Lapierre, O Jerusalem!, (NY: Simon and
Schuster, 1972), p.
352.
[18] Golda Meir, My Life, (NY: Dell, 1975), pp. 213, 222,
224.
[19] Sachar, p. 452.
[20] Terence Prittie and Walter
Nelson, The Economic War Against The Jews,
(London: Corgi Books,
1977), p. 1;
Dan Chill, The Arab Boycott of Israel, (NY: Praeger,
1976), p. 1.
[21] Prittie and Nelson, pp. 47-48;
Sol tern, "On
and Off the Arabs' List," The New Republic, (March 27,
1976),
p. 9;
Kennan Teslik, Congress, the Executive Branch and Special
Interests,
(CT: Greenwood Press, 1982), p. 11.
[22] Bard, pp.
91-115.
Le verità sul medio oriente
oltre la propaganda antisemita
http://veromedioriente.altervista.org